domenica 27 aprile 2014

Qualcosa si muove

di Giulia Cocchella



Piove: Kirsten arriva in piazza De Ferrari in bicicletta, con una giacca arancione antivento e il viso bagnato ma sorridente. La riconosco da lontano, anche se non ci siamo mai viste, perché sono pochi i genovesi che si spostano in bicicletta col maltempo, ma soprattutto perché dalla sua pedalata emana quell'energia che mi è sembrato di intravedere nei messaggi che ci siamo scambiate. Facebook è una cosa buona quando promuove un incontro, dice Kirsten. Sono d'accordo!
Ci sediamo per un caffè e incomincia a raccontarmi del suo progetto ancora in progress Donne in bici.
Il punto di partenza è semplice, ma l'idea a suo modo ambiziosa: organizzare lezioni di educazione alla bicicletta per donne che vorrebbero usarla, ma non si decidono per paura del traffico, per scarsa confidenza col mezzo o per l'eventualità di pedalare da sole. Perché lezioni al femminile? Per tante ragioni, legate al piacere di spostarsi insieme pedalando, ma non solo. Provate a pensare a una mamma che porti suo figlio all'asilo in bicicletta. Poi pensatela tra qualche anno, quando lo accompagnerà a scuola (due biciclette, una piccola davanti e una grande dietro). Quando suo figlio sarà un ragazzino, a scuola ci andrà da solo. E molto probabilmente ci andrà in bicicletta: come si vede, l'idea è semplice, ma ha la forza delle rivoluzioni.
Dopo poche parole, io e Kirsten scopriamo di avere conoscenze in comune (forse i ciclisti per strada si salutano perché si conoscono tutti?).
Gianluca è il fondatore di Anemmu in bici a Zena, gruppo facebook, blog e gruppo reale che si occupa di mobilità sostenibile e promuove iniziative legate all'uso della bici in città.
Un esempio? Il progetto di un percorso ciclabile integrato - al vaglio in questi giorni, oggetto anche di una petizione pubblica http://www.petizionepubblica.it/PeticaoListaSignatarios.aspx?pi=BICIZENA - che collega la Val Bisagno a Nervi passando per vie secondarie, in modo che il transito sia sicuro anche per i bambini e le famiglie che decidano di spostarsi in bicicletta. Non c'è bisogno di grandi investimenti, se non quelli per rivedere la cartellonistica.
La vera sfida è stabilire una soglia di velocità ridotta, al tempo stesso un limite concreto all'acceleratore e il primo passo verso il riconoscimento della mobilità a pedali: se esiste un fattore di rischio per i ciclisti genovesi, non è l'infarto in salita, ma la scarsa attenzione degli altri utenti della strada, poco abituati a dividerla con noi.
Ancora Genova (e poi non dite che la nostra città è "poco adatta"). Se andate al lavoro in bicicletta, individuate la vostra sorgente! Ce ne sono diverse, ciascuna parte da un quartiere cittadino con lo scopo di radunare i bikers to work di quella zona per pedalare in compagnia ed essere quindi più visibili: safety in numbers!
Bike to work, un'iniziativa legata al Circolo FIAB Amici della Bicicletta di Genova, è la prima piattaforma web che organizza, in maniera spontanea, flessibile, ma efficiente, il tragitto casa-lavoro di chi si sposta in bicicletta. E scusate se è poco.
Andrea, che coordina il gruppo, sta portando avanti un progetto di percorso ciclabile che interessa la Val Bisagno e che dovrebbe accompagnare il ciclista fino a piazza Colombo: percorso protetto per il lavoratore a pedali, ma anche per chi voglia raggiungere il centro in bicicletta per incontrare amici, fare acquisti, andare al cinema, vedere una mostra...
Tutto questo fermento va in un'unica direzione: permetterci di usare la bici come mezzo naturale di trasporto quotidiano, ovvero far diventare normalità ciò che è eccezione, un'eccezione sempre più praticata.
Un'ultima avvertenza: non pensiate di accampare la vecchia scusa "ho la bicicletta, ma è rotta".
Sarah e Roberto (anche tu conosci Sarah? chiedo a Kirsten. Certo che la conosco! Donne in bici è un progetto che ho pensato insieme a lei!) gestiscono il Cicloriparo, una ciclofficina in cui si impara a riparare la propria bici grazie alle "pillole ciclomeccaniche" e all'esperienza di una squadra di cicloriparatori preparata e paziente.
Il Cicloriparo è questo e molto di più: un luogo in cui si assemblano pezzi di vecchie biciclette per farne di nuove, in cui le zucche diventano carrozze; occasione per incontrare amici, ma anche per conoscere persone mai viste prima che arrivano a piedi e vanno via pedalando.
Da poco tempo, il Cicloriparo ha anche una sede tutta nuova presso Palazzo Verde, in Via del Molo.
Quando ci salutiamo, io e Kirsten, ci promettiamo di tenerci in contatto e provare a riprendere i progetti rimasti incompiuti.
Io intanto ho preso l'impegno di scrivere di voi, perché non si dica che a Genova non si muove niente.
Si muove, qualcosa si muove, se vi guardate intorno con attenzione.











Guest blogger!

Solo per dirvi che no, non ho smesso di scrivere!
Il blog A ruota libera è stato ospite per un mese del portale Turismo in Liguria, blog La Liguria racconta: ottima esperienza, che ha fruttato tanti nuovi lettori.
Grazie!
Qui i link:

I capelli che sanno di vento di Giulia

La bici, il Bigo e il Bruzzu di Ilaria

Riportarsi a casa in bicicletta di Giulia

Apricale che non direste di Giulia

Come se non bastasse, gli Amici della Bicicletta di Genova recensiscono il blog sul sito Fiab e gli dedicano due pagine intere sul trimestrale "...e adesso pedaliamo": grazie!

http://www.adbgenova.it/index.php/news-dal-ciclismo-urbano