giovedì 12 settembre 2013

Ciclabile Levanto - Framura: il sonno, i vecchi e i campionari

di Ila

Abbiamo deciso che ci faremo tutte le ciclabili del pianeta, ma proprio tutte! E poi ve le racconteremo! Tutte! Non siete già più felici? La vostra giornata non è istantaneamente migliorata a sentire questa notizia? Forse cadrà il governo, o magari vostra suocera verrà a cena, e il vostro capo vi manderà una lettera di richiamo perché ve ne state sempre a spulciar cose su internet - e mica ha torto, stai leggendo un blog di ciclismo e sono le undici del mattino - o, forse, accadranno tutte e tre le cose, ma a te che ti importa?? Ci siamo noi a raccontarti le ciclabili!

Io sabato, questo appena passato, non ci volevo andare a fare la ciclabile. Troppo stanca, non avevo chiuso un occhio tutta la notte ( no, non ve lo dico il perché della mia insonnia! Non siamo ancora abbastanza in confidenza! ), ma la Giuli ha detto no, no, andiamo.

Siamo andate. Io, sul treno,  mi sarei anche messa a dormire profondamente, con tanto di capo abbandonato e oscillante,  e rivolo di saliva ad un angolo della bocca, se non fosse stato per il vecchietto a fianco a me - abbigliamento del vecchietto: pantaloni di velluto a coste verde sottobosco, dolcevita crema, giacca di fustagno marrone. Temperatura sul treno almeno 30° Celsius - , che spazientito per la troppa gente, non smetteva di esortare quelli che non avevano trovato posto ad andarsene in un'altra carrozza e a non sostare nel corridoio della nostra. Io avrei voluto dirgli ma che ti frega, vecchietto con la giacca di fustagno e problemi di omeostasi?? Solo che agli anziani bisogna portare rispetto che hanno fatto la guerra. Sì, ma chissà da che parte.

Dopo un 'oretta abbondante scendiamo a Levanto. Sulla accessibilità delle stazioni liguri - italiane non dirò, meritano un post tutto per loro.  A Levanto non ero mai stata, è un paesino grazioso, dove, pur essendo in Liguria, si respira già un po' di Toscana. Biciclette  ovunque.

L'inizio della ciclabile è a ridosso della passeggiata a mare, e dalla stazione non dista più di cinque minuti; le indicazioni ci sono, è quasi impossibile non trovarla. Se avete dei dubbi, mettetevi a pedinare qualche bicicletta, attività, il pedinamento, davvero divertente, - grazie all'Uomo di Pile che ce l'ha fatta scoprire! Dei cinque chilometri e mezzo della ciclovia la maggior parte sono coperti, si passa nelle gallerie della vecchia ferrovia. Le gallerie sono suggestive, fresche, con le gocce di condensa che cadono dall'alto inaspettate, e fanno venire la pelle d' oca - okay, se ti centrano un occhio ti accecano, ma, escludendo il pericolo cecità momentanea e conseguente frontale con il ciclista danese che viene nel senso opposto, sono molto poetiche! - e poi ci sono le aperture laterali, che danno direttamente sul mare, e  tolgono il fiato.








È  una ciclovia semplice, adatta a tutti, e breve purtroppo. Noi ci siamo fermate a Bonassola per mangiarci un panino, scegliendo il locale che garantisce  il servizio più lungo del mondo. Ed è lì, al tavolino di quel bar lento, lento, lentissimo,  che la mia amica Giuli mi ha confessato il suo terribile segreto, la sua mania nascosta, la sua ossessione. I campionari.
 
Le piacciono i campionari, tutti i campionari. Se ne avete uno in casa, perché siete degli imbianchini o commerciate in campionari, per favore, mettetevi una mano sulla coscienza e regalatene uno alla Giuli. Farete di lei una donna felice, e lei potrebbe, forse, anche esservi mooolto riconoscente. Non garantisco però su quest'ultima mia affermazione.


Mi ha detto: " A me mi piacciono i campionari !!!" , proprio così, a me mi, perché si capisse che ci tiene, e tanti punti esclamativi sulla lingua.  Poi, per darsi un tono e non sembrare completamente pazza,  mi ha tirato fuori la didattica museale e Bruno Munari, cercando di trovare un che di razionale a questa sua compulsione al campionamento. La verità, cari miei, è che è un'ossessione bella e buona! E così, appena dopo il panino, che abbiamo atteso circa un'ora e mezza, abbiamo campionato la ciclabile, su e giù, per il resto del pomeriggio. Nessun lichene da ferrovia, nessuna piantina grassa, nessun fiore è stato trascurato: tutto è stato fotografato e archiviato!
Alla fine, stanche, ma felici, ci siamo pappate un gelatino in quel di Levanto prima di riprendere il treno e tornarcene a casa. Lì, in gelateria, io mi sono perdutamente innamorata del caschetto di una bambina, fatto a coccinella, e del campanello della sua bici. Il caschetto della bambina non ho potuto fotografarlo, lo indossava, e io non volevo beccarmi occhiatacce, o simili, dai genitori, che, si sa, sono  apprensivi e sospettosi. Fidatevi, era bellissimo! 





Cosa aspettate quindi? Cosa ci fate ancora lì seduti, con le trippe che vi arrivano alle ginocchia??? La ciclabile vi aspetta!
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